Autotrasporto: il rischio di incidente stradale è quello che più facilmente viene in mente se si pensa alla professione di camionista: ma l’elenco di fattori è lungo e comprende anche le posture fisse e prolungate con vibrazioni trasmesse al corpo intero, il rumore, la movimentazione manuale dei carichi, le condizioni climatiche avverse, le criticità organizzative (lavoro a turni, lavoro notturno, lavoro in solitario), l’esposizione ad agenti chimici aerodispersi. Anche l’obesità, eventualmente associata all’abuso di tabacco, alcoolici ed altre sostanze psicotrope, contribuisce alla comparsa di apnee notturne che, impedendo di riposare adeguatamente, determinano sonnolenza diurna con riduzione della capacità di attenzione e possibili ‘colpi di sonno’.
Il quadro è stato fornito dall’Inail con il nuovo Rapporto sulle malattie professionali nell’autotrasporto e sull’esposizione agli agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro. Una veloce sintesi del lavoro mostra che per il periodo 2010 – 2019 il settore dei trasporti si posiziona al nono posto per numero di segnalazioni di malattia professionale con nesso di causalità valutato come positivo (il 3,2% del totale). Dal 2017 al 2021, nel settore Trasporti su strada come nel comparto Industria e servizi, c’è stato un decremento nel numero delle denunce di malattie professionali, con il peso relativo di quelle nei Trasporti su strada che nel periodo è sceso dal 3,7% al 2,1% (un calo più accentuato di quello osservato in tutti gli altri settori).
Tra le professioni dove il nesso di causalità con le malattie è maggiormente presente, troviamo i conducenti sia di mezzi pesanti (43,8%), sia di autobus, tram e filobus (26,2%), con poca differenza tra le due classi di età. Un maggior differenziale tra le classi di età si riscontra nell’attività di facchinaggio e spostamento merci dove, tra le due classi di età, c’è uno scostamento di oltre 3 punti percentuali (4,9% vs 1,4%).
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