Il portavoce della CGUE propone di abolire il principio del rimpatrio obbligatorio
L’Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha emesso un parere sul regolamento del Pacchetto Mobilità, che impone ai camion l’obbligo di ritornare nel Paese di origine.
Il regolamento è stato contestato più volte davanti alla CGUE da diversi Stati membri dell’UE che hanno sostenuto che ulteriori viaggi di andata e ritorno comprometterebbero gli obiettivi dell’UE sul cambiamento climatico.
I trasportatori europei di diversi paesi hanno più volte chiesto alla Commissione Europea di rivedere il regolamento sulla restituzione obbligatoria dei veicoli pesanti, che fa parte della normativa del Pacchetto Mobilità pubblicata nell’estate 2020.
Una delle disposizioni contestate riguardava l’obbligo di restituire i camion nel paese di residenza ogni otto settimane, il che, secondo molti Stati membri, avrebbe un impatto negativo sia sull’ambiente che sul funzionamento del settore dei trasporti, e indirettamente sulla economia nel suo complesso.
Tuttavia, queste sfide non hanno raggiunto i loro obiettivi.
Nel 2023, martedì 14 novembre, l’avvocato generale della Corte di giustizia Giovanni Pitruzzella ha presentato il suo parere sulla disposizione contestata, schierandosi con i paesi sopra menzionati che hanno presentato reclami.
L’avvocato generale ha ammesso che la regola del “ritiro” non era stata sufficientemente giustificata dal Parlamento europeo e dal Consiglio e non teneva conto dell’impatto ambientale dell’aumento delle emissioni e del consumo di carburante derivante dall’obbligo di restituire i veicoli ogni otto settimane.
Pitruzzella conclude quindi che la disposizione contenuta nell’art. 1 sezione 3 del Regolamento 2020/1055, perché viola l’obbligo derivante dall’art. Sezione 91 2 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), che obbliga l’Unione a tenere conto delle esigenze di protezione dell’ambiente e della specificità dei trasporti in ciascuno Stato membro nell’adottare le normative sui trasporti.
Anche se la sentenza definitiva non sarà emessa prima dell’inizio del 2024, va notato che le sentenze della Corte di giustizia europea raramente si discostano dalle opinioni del Mediatore.
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